Dal Libro Della Sapienza

“La Sapienza è splendida e non sfiorisce , facilmente si lascia vedere da coloro che la amano e si lascia trovare da coloro che la cercano.
Nel farsi conoscere, previene coloro che la desiderano.
Chi si alza di buon mattino per cercarla non si affaticherà , la troverà seduta alla sua porta.
Riflettere su di lei , infatti è intelligenza perfetta ; chi veglia a causa sua, sarà presto senza affanni; poiché lei stessa va in cerca di quelli che sono degni di Lei, appare loro benevola per le strade e in ogni progetto va loro incontro”
Per tutti noi il cammino della vita, un vero pellegrinaggio naturale , non voluto ma donato da Dio , è pervaso da inquietudine , non certo dalla quiete della pace serena.
Ogni bambino, appena nato, è già un caso terminale allora la Sapienza ci salva sollevando il velo della rivelazione in una svelazione luminosa.

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La piega negativa , non deve diventare una piaga e la madre sa che deve custodire il figlio: il genitore fa da ponte tra il nulla che non conosciamo e la realtà esterna ed eterna; l’uomo dunque non crea ma procrea in una vita intesa come un prima ed un oltre di ogni agire umano.
Usciti dal tempio , dove si ascolta contemplando, ci si immerge in un agone che crea agonia: il tornaconto dell’individualismo , un tornaconto personale , deve mutare in un conto universale.
L’unione non sempre unisce, non sempre unifica: la dissociazione è sempre possibile.
La vera unificazione è nella fusione; gettare il proprio cuore nel corpo degli altri, donare il proprio corpo a Dio , fare vivere Dio costantemente in noi , santificare e consacrare sé stessi che non vuol dire assolutamente, non vivere da uomini e donne nella vita laica sociale, ma piuttosto rendere le azioni forti tanto da sviluppare reazioni generative di bene-volenza.
Niente da preti o suore ma piuttosto da gentiluomini e gentildonne.

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